Il Monte San Calogero è alto 395,48 metri sul livello del mare, e si trova a 10 o 45 di longitudine est e a 37 o 24 di latitudine boreale.
La sua formazione geologica si avvicina di più al periodo di transizione che al vulcano primitivo. La sua roccia è prevalentemente di calcare ferruginoso e non si riscontrano rocce e minerali d’origine vulcanica, poiché mancano pozzolane, trachiti, pomici e simili. I minerali predominanti sono lo spato calcare, la silice, l’allumina, la magnesia e l’ossido di ferro in abbondanza. In questo monte vi sono molte caverne.
L’antro che suscita però maggiore attrazione è quello detto “Stufa di San Calogero”. La temperatura varia tra i 36 ei 42 centigradi secondo le stagioni e le ore. Al suo interno si possono osservare lavori di scalpello ed alcune lettere incise illeggibili che lasciano pensare ad un’origine greca e saracena.
Si possono notare dei sedili e dei poggi dove venivano situati gli ammalati. Si vedono anche delle buche dove mettere il braccio o la gamba dell’ammalato per ricevere gli effetti desiderati.
Nel 1880 il Consiglio Comunale di Sciacca incaricava il prof. Silvestro Zinno di stilare un’analisi dettagliata per accertare la composizione chimica delle acque. Se così fosse, il Comune avrebbe preso la decisione di fondare uno stabilimento termale adatto ai bisogni del paese.
Dopo aver compiuto i suoi studi, il prof. Zinno, così concludeva: le affezioni artritiche, reumatiche, e simili, possono essere guarite dai vapori del famoso e sorprendente antro di San Calogero. Indicata per i reumatismi, è benefica anche in alcune nevrosi come: la corèa, nevralgie e sciatica, nonché le dermatosi accompagnate da intenso prurito. La durata delle sedute varia dai dieci ai venti minuti, secondo la tolleranza individuale.
La Stufa di San Calogero può produrre risultati sorprendenti, può liberare l’organismo da qualche principio morbigeno o per scuotere il sistema nervoso. Un contributo alle guarigioni lo dà anche l’aria che si respira sul monte.