CHIESA SANTA MARIA DELLE GIUMMARE (Valverde)
Fu fondata con l'annesso duplice monastero all'inizio del XII secolo dalla contessa normanna Giulietta, figlia del Gran Conte Ruggero, che fu signora di Sciacca dal 1100 al 1136.
Ricostruita nel XVI secolo, ha subito anche in seguito numerosi rimaneggiamenti che ne hanno modificato la struttura originaria.
Di grande interesse è la facciata principale, che, a parte il finestrone e il portale centrali, che sono d'età barocca, ha tutte le caratteristiche di un palazzo medievale, piuttosto che di un edificio religioso.
Realizzata nel 1530 in stile gotico-catalano, la chiesa si articola in tre corpi: quello centrale, circoscritto da due robusti pilastri, corrisponde alla chiesa vera e propria, mentre quelli laterali, a forma di torri merlate con bifore e finestrine ad arco inflesso, corrispondono al monastero.
Il prospetto della chiesa è circondato da un ballatoio merlato con piombatoi di difesa sostenuti da archetti inflessi poggianti su dodici beccatelli.
Due palme nane ai lati della porta di ingresso sono poste in ricordo delle giummare che una volta rivestivano i terreni circostanti e dalle quali deriva il nome della chiesa.
L'interno ad una sola navata, conserva quasi intatta l'atmosfera barocca originaria, con le ringhiere panciute in ferro battuto delle tribune, le caratteristiche grate, le finestre e i comunichini di bronzo dorato.
La chiesa racchiude numerose opere d'arte tra cui alcune tele del saccense Gaspare Testone, altri dipinti di Mariano Rossi. Del Rossi sono anche gli affreschi della volta.
Degno di nota è il dipinto su tavola 'S. Maria di Valverde' del XIV secolo, portato a Sciacca dalle monache di Valverde di Caltabellotta, quando nel 1401 si trasferirono nel monastero delle giummare, che da allora prese anche il nome di Valverde.
La cappella della Madonna delle Grazie dalla caratteristica volta a crociera con costoloni e chiave di volta in conci in vista a forte rilievo ospita una bella statua marmorea della Madonna che regge il Bambino, che il Bellafiore ritiene essere lauranesca.
Tra i tesori delle giummare si trova un ostensorio d'argento con custodia in oro massiccio del 1697, donato da D. Accursia Perollo, vero capolavoro di oreficeria siciliana.